Francis Wolff

Vers une épistémè de l’épistémè. Les techniques de vérité à l’âge classique grec



Scheda d'ascolto

[00:00-03:05] In questo intervento, Francis Wolff utilizza il Foucault "archeologo" per tentare di mettere in luce l'episteme dei Greci, il loro "a priori storico", ovvero le condizioni storiche di possibilità del sapere e della razionalità antichi nel momento della loro stessa nascita (V-IV secolo a.C.). [03:06-15:32] Per sottolineare la singolarità di quest'analisi "foucaultiana", Wolff distingue minuziosamente il punto di vista archeologico dagli altri due punti di vista possibili sulla storia delle scienze: il punto di vista "evoluzionista" e quello dell'"epistemologia storica" di tipo kuhniano. [15:33-26:03] Wolff si domanda poi perché la storia della matematica come scienza sia cominciata nel IV secolo a.C., quando invece la storia della fisica come scienza è cominciata soltanto duemila anni più tardi. E propone cinque ipotesi "classiche", che reputa false, per tentare di dare, in seguito, la propria risposta "archeologica". [26:04-35:40] Così, l'argomentazione si dipana attraverso le procedure di veridizione nell'ordine giudiziario, che nell'età greca classica assumono per la prima volta una struttura "agonistica" e "logocentrica". Wolff non vede in questo la prova della sostituzione di un modello arcaico irrazionale con un modello razionale, quanto piuttosto la costituzione di un nuovo modello di tipo "dialogico". [35:41-48:16] Questo stesso modello, Wolff lo scopre all'opera anche nell'ordine dei saperi scientifici: infatti, un testo "scientifico" greco si rivela essere nient'altro che una collezione di argomenti destinati a convincere quelli che sono senza opinione, attraverso "prove" tecniche o extra-tecniche. [48:17-52:27] Qual è dunque l'a priori storico del sapere greco che l'archeologo scopre? Esso è caratterizzato da tre tecniche dialogiche di verità: la tecnica persuasiva della retorica, quella dimostrativa dell’apodeixis e quella della confutazione per contraddizione della dialettica. Queste tre tecniche costituiscono il regime "democratico" di verità dell'età greca classica: una proposizione non può essere riconosciuta come vera se non a condizione che colui al quale ci si rivolge la riconosca effettivamente come tale. [52:28-59:59] Il video termina con una piccola discussione.


Parole chiave: verità, archeologia, storia delle scienze, tecniche, Grecia classica.


L’autorizzazione per l’embedded di questo video proviene dall’ENS Savoirs en multimédia, che ne detiene tutti i diritti e che ringraziamo dunque infinitamente. In particolare, l’intervento di Wolff si può trovare qui.

 
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